25 novembre 2012

Violenza contro le donne: i dati non sono solo dati

Quando parliamo, usiamo le statistiche in maniera strana. Certe volte indichiamo la diffusa incidenza di un fenomeno per dire che è "normale", altre volte per segnalare una emergenza.

Percentuali di donne che hanno subito violenze fisiche negli ultimi dodici mesi (WHO - 2006)
Chissà se leggere che "Oltre 100 paesi nel mondo sono privi di una legislazione specifica contro la violenza domestica, ed oltre il 70 % delle donne nel mondo sono state vittime nel corso della propria vita di violenza fisica o sessuale da parte di uomini" (CISV Torino) fa sembrare più "normale"  l'abuso ad una donna maltrattata, e meno grave l'abuso all'abusante.

Chissà se fa sembrare meno colpevole l'indifferenza ai governanti dei tanti paesi nel mondo privi di legislazioni adeguate e soprattutto servizi di assistenza efficaci.

Non lo so, sinceramente. Mi auguro di no. Mi auguro che facciano orrore a loro quanto a me.


Anche se si è soliti dire che i "fatti sono fatti", nella realtà non ci sono "i fatti e basta". Si cercano i fatti per trovare qualche risposta, li si usa per fare qualcosa, e a volte li si manipola persino --- e se i fatti non avessero un loro potere persuasivo, non si perderebbe del tempo a farlo.
Le statistiche non sono importanti perché sono "neutre". Al contrario, i dati sono importanti perché hanno un loro valore. Il valore intrinseco della conoscenza, e il valore che alla conoscenza attribuiamo noi --- in questo caso, mi auguro, per agire.

Siccome di statistiche giudiziarie, criminali e sanitarie so veramente pochissimo (praticamente nulla), mi sono messa a cercare delle fonti.

Ve le lascio qui, sperando che anche voi vorrete segnalarmi altre fonti informative. Magari per l'anno prossimo --- per il giorno contro la violenza sulle donne --- riusciamo a mettere insieme un fact-sheet da diffondere.

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