A noi che abbiamo studiato qualche scienza umana risulta impossibile affermare la superiorità di una civiltà rispetto alle altre. La diversità è sempre presente davanti ai nostri occhi, e in molti casi è il motivo per cui abbiamo deciso di intraprendere questo tipo di studi.
Eppure non posso fare a meno di considerare indicativo di superiorità un tratto culturale, se non altro perché più adattivo, cioè capace di garantire una maggiore e migliore sopravvivenza a ogni essere umano che viene al mondo.
Si tratta dell’inclusività. Le culture meno inclusive sono impelagate in conflitti sanguinosi, di questa o quella natura. Quelle più inclusive prosperano, e per lo meno non mandano a morire i propri figli.
È una questione di gradi, quindi non posso e non voglio dire che gli occidentali siano più inclusivi degli altri. Anzi, non di rado è stato vero il contrario. Ma se dovete difendere una qualche superiorità del nostro modo di vivere rispetto agli altri, vi prego di difendere prima di tutto questo aspetto. Vi prego di ricordare che abbiamo già fatto guerre di religione, abbiamo già avuto leggi razziali e scienziati della razza, abbiamo mandato a morire ragazzini di 17 anni in nome del patrio suolo. E alla fine abbiamo deciso che è meglio di no, perché in fondo un po’ di posto si trova per tutti.
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