18 agosto 2009

Sociologia di Paperopoli

di Aldo Giannuli
Paperopoli è una società perfettamente laica, dove "Dio è morto": non si vede un prete o una chiesa, Qui, Quo e Qua frequentano un gruppo scoutistico di ispirazione laica, non partecipano mai a funzioni religiose, Dio non compare neppure come parola, nessuno muore e tutti sono immersi in un presente atemporale. C'è invece il mito della scienza che, attraverso Archimede, è in condizione di risolvere qualsiasi problema. La scienza, beninteso, come tecnica, separata dall'ideologia. L'intellettuale europeo c'è, ed è l'erudito Pico de' Paperis, la cui erudizione libresca, non risulta di alcuna utilità.

[...] E si comprende facilmente perché una simile musica suonasse assai stonata alle orecchie di Don Camillo. Ma anche Peppone non aveva di che compiacersi per i successi di un fumetto che smentisce l'assunto di una società capitalistica fonte di infinite povertà.  A Paperopoli sono tutti benestanti, e qualche rara figura di mendicante è presto cancellata dall'immagine opulenta di un welfare che consente anche a sfaticati cronici come Paperino, o Pippo di vivere senza che gli manchi una casa, il pane quotidiano e persino l'auto o i soldi per offrire il cinema alla fidanzata.

L'istinto di rapina del capitalista - la sua inestinguibile "auri sacra fames"- diventa la simpatica eccentricità di un vecchietto burbero ma, a suo modo, generoso che colleziona dollari come altri farfalle.

Scompaiono le classi, la società paperopolese sembra uscita dai manuali della sociologia funzionalista americana: ogni individuo occupa un preciso gradino nella scala sociale e senza che questo dia luogo alla formazione di interessi collettivi contrapposti. Ciascuno può salire sino al vertice della scala sociale: come Paperone che ha accumulato tre ettari cubici di denaro partendo da un cent.
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