11 dicembre 2010

Ci sono cose che non si possono comprare


Il Governo in Parlamento
Quando era piccolino, mio figlio rimase sbigottito apprendendo da una pubblicità che "Ci sono cose che non si possono comprare" (non dobbiamo mai dimenticare che i figli non sono solo nostri, ma anche della società in cui crescono: leggete a questo proposito  il piacevole Non è colpa dei genitori). Gli spiegai così che - ad esempio - non si comprano i genitori, né l'affetto o l'amicizia. Le cose più importanti della vita, in una parola, non si possono comprare.

In questi giorni mi sono trovata a riflettere che è davvero strano che lo scandalo dei voti comprati in parlamento - e non con qualche sottosegretariato o qualche promessa, ma con denaro sonante - riguardi proprio il voto di fiducia.

Perché la fiducia è una di quelle cose che non solo non si possono comprare, ma che addirittura rischiano di essere completamente erose da questo tipo di transazioni. Se provate ad esempio a comprarvi un amico, finirete per ritrovarvi intorno un parassita, e vi sarà molto ma molto difficile fidarvi di lui fino in fondo.


Facendo una cosa di questo tipo, il Governo sta dicendo di non avere bisogno della "fiducia" di quei parlamentari, che non ci pensa proprio a tenere conto delle loro idee sulle gravi questioni che il nostro Paese deve affrontare: ha solo bisogno del dito che dovrà pigiare il pulsantino giusto.

Posto che tutto ciò - nel caso sia vero e stia avvenendo nel modo in cui i giornali lo raccontano - è anche conseguenza dell'attuale legge elettorale (si vota per i partiti, ma non per i candidati, quindi la gran parte dei parlamentari sta lì per pigiare pulsanti su mandato dei partiti e non degli elettori), il Governo dà un colpo ulteriore alla fiducia nei confronti della politica da parte degli Italiani.

E d'altra parte, se questa storia non fosse vera, il colpo alla fiducia lo avrebbe dato chi l'ha messa in giro.

I parlamentari non hanno vincolo di mandato, e personalmente riconosco loro il sacrosanto diritto di poter votare al di fuori della "disciplina di partito" su questioni esiziali come questa. Resta pur sempre una garanzia di democrazia per i cittadini, ad esempio nel caso in cui i leader di un partito venissero tutti corrotti.

Gli Italiani, poi, sono abituati (ed anche un po' rassegnati) al trasformismo, e sono quindi certa che i prossimi sondaggi sulla fiducia nei confronti della politica non saranno catastrofici.

Ma temo alle prossime elezioni di vedere quello che ho visto qui in Abruzzo alle Regionali del 2009 (dopo lo scandalo che aveva investito la giunta Del Turco ed anche dopo il terremoto), ovvero un'affluenza alle urne pari circa al 50% degli aventi diritto. L'Abruzzo non arriva ai due milioni di abitanti, e la notizia non ha dunque avuto grande risonanza mediatica. Ma trovarsi materialmente in questa situazione - da elettrice - fa veramente impressione.

A questo punto, comunque, lo scandalo è esploso (con un "bum" piccolo piccolo, peraltro) e la frittata è fatta. Staremo a vedere.

1 commento:

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