2 novembre 2012

I Pirati all'arrembaggio del Bundestag


Ubaldo Villani-Lubelli (@uvillanilubelli) prende molto sul serio i Pirati, ennesimo partito arancione di questo inizio secolo.

Secondo l'autore del piccolo ebook Piratenpartei. I Pirati all'arrembaggio del Bundestag (ed. goWare,  €1,99), esperto di questioni tedesche in particolare, i Piraten fanno bene alla politica tedesca: costringendo «i partiti tradizionali a svecchiarsi»; arginando il  «diffondersi di un destra estrema e pericolosa»; e persino «facendo uscire la politica europea dall’era post-democratica e personalistica».

Ma soprattutto
I Pirati, grazie anche a Liquid Feedback e alla Democrazia Liquida, hanno rimesso al centro dell’azione politica la partecipazione popolare senza però condirla di pericolosi personalismi e toni populistici. Mentre in Europa c’è un costante e crescente allontanamento dei giovani dalla politica, in Germania, i Pirati sono riusciti a far eleggere tanti under 30 nei parlamenti regionali e comunali
Secondo i dati riportati dall'autore, i Piraten avrebbero guadagnato consenso a scapito di altre formazioni politiche più "coalizzabili" - quali Verdi e Liberali - e anche di Die Linke, partito della sinistra antagonista.
E lo avrebbero guadagnato, almeno inizialmente, sulla base di un programma tutto incentrato sul tema dei "diritti digitali": dalle questioni legate al copyright, alla legalizzazione del file-sharing. Questioni straordinariamente assenti dalle agende politiche europee e dai dibattiti televisivi, e che pure hanno aggregato abbastanza interesse in rete da portare ad una crescente visibilità di questa formazione politica - che, ricordiamolo, è transnazionale (per farvi un'idea della complessità di questi temi, potete scaricare  l'ebook rigorosamente free Content, di Cory Doctorow, o consultare la voce DRM di Wikipedia che propone una ampia bibliografia).

Il che non significa, naturalmente, che quelli che votano per i Piraten lo fanno per riavere Piratebay. Sebbene il programma venga spesso criticato di settorialità, va ricordato che si tratta di un programma in beta permanente, «in costante divenire e [...] realizzato partendo dal basso, dalla base, dai singoli pirati e dai semplici cittadini, tramite Liquid Feedback».

Analogamente, l'organizzazione del partito tende all'orizzontalità, sulla scorta dei principi della democrazia liquida. Da una parte, cioè, è «organizzato secondo schemi classici che si possono ritrovare nella gran parte degli altri partiti: una direzione nazionale, sezioni federali e comunali; esiste anche un’organizzazione giovanile con un movimento universitario»; e dall'altra le cariche vengono rinnovate (quanto meno) ogni anno, mentre le decisioni vengono prese nell'ambito di una assemblea permanente, supportata appunto da Liquid Feedback.

Difficile parlare in Italia dei Piraten senza parlare di Grillo e il Movimento 5 Stelle. L'autore non si sottrae a questo compito, mentre forse, dato il tema del libro, trascura un po' i Pirati italiani.

Premesso che il «paragone con il Movimento 5 Stelle è, in gran parte, improprio perché è evidente che [...] il successo di Grillo è molto legato al contesto socio-politico italiano», Villani-Lubelli sottolinea in particolare il populismo leaderistico del M5S, che i Pirati certamente rifiuterebbero, visto che i leader nazionali vengono sostituiti di anno in anno. Ma va altresì detto che il Piratenpartei non è un non-partito e non ha un non-statuto (ovvero si definisce un partito ed ha uno statuto), e che dunque, da questo punto di vista, gli esperimenti di democrazia liquida che vi si stanno portando avanti risultano più solidi - se non altro perché, almeno apparentemente, ad uno stadio più avanzato.

Risultato: la Germania sta andando dritta dritta verso una nuova Grosse Koalition, dopo le elezioni politiche del 2013; ma Ubaldo Villani-Lubelli non esclude la possibilità che gli stessi Piraten possano andare al governo, come alleati dell'SPD, al posto o insieme ai Verdi.

Appoggio esterno ad un governo di sinistra per scongiurare una Grosse Koalition ... Chissà che la Sicilia non diventi una nostrana prova tecnica di pirateria parlamentare ...

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