27 agosto 2013

Enigma #merkel. Ritratto di una donna di potere


enigma merkel copertina
Da otto anni a questa parte, Angela Merkel rappresenta davvero il potere in Europa, come recita il sottotitolo del nuovo libro di Ubaldo Villani-Lubelli, Enigma #merkel ("In Europa il potere è donna").

Prima di tutto, perché è la Bundeskanzlerin, e la Germania - dopo i travagliati anni della riunificazione - è tornata ad essere la locomotiva d'Europa. Ma soprattutto, perché la Merkel può essere vista come l'emblema delle dinamiche di potere, un po' indecifrabili, di un continente che appare sempre più vecchio.

Pragmatica, poco carismatica, evidentemente rassicurante per i cittadini tedeschi che la votano, non va dietro ad ideologie o ricette precostituite, e quindi è capace di rispondere alle emergenze, fare quel che si deve fare - consolidare il proprio potere e gli interessi della Germania. Fino ad oggi questa "corrispondenza d'amorosi sensi" fra Angela e la media borghesia tedesca sembra aver funzionato a meraviglia. Ora l'idillio sembra messo alla prova. Si vedrà.
La Merkel viene da un passato che ai giovani europei sembra davvero remoto, e Villani-Lubelli lo spiega bene. Cresciuta nella Germania Est, ma originaria della Germania Ovest e figlia di un pastore luterano, si è fatta lentamente ed inesorabilmente strada nella vita politica della Germania riunificata, senza retorica e - almeno apparentemente - senza grandi slanci ideali.

Leggendo, mi chiedevo quanto poco attraenti siano sembrate le ideologie ad una ragazza cresciuta a cavallo fra quei due mondi, nel mezzo di quella lunga coda del secondo conflitto mondiale. Chi è passato per quella storia sa che gli idoli cadono, e che sono altre le cose che restano, non tutte entusiasmanti.

È il ritratto di una donna dura, certo. Ma in fondo, seguendo il filo della biografia, e tenendo conto che si tratta della Kanzlerin, la durezza può essere anche comprensibile. Non è con la tenerezza che si conquista il potere, ed è grottesco che a non perdonare alle donne questa durezza - questo difetto di femminilità - siano spesso gli stessi uomini di potere. Ma questo discorso ad Angela Merkel interesserebbe poco. E comunque, agli elettori tedeschi (sarà un luogo comune?) piace l'idea del leader solido, che lavora, parla poco e sbandiera ancora meno.

Alla fine della lettura, resta in effetti l'enigma di cui al titolo: non tanto quello del suo successo, quanto del modo di essere di questa donna dallo sguardo intelligente, a cui piacciono poco i media e che si è fatta ricostruire l'immagine da capo a piedi - capelli, trucco, vestiti, tutto. Come nella vecchia canzone di Alice, resto a chiedermi: a cosa pensa la Merkel mentre la truccano? che cosa prova nell'affrontare questa nuova campagna elettorale? Quali sono le sue vere ambizioni e motivazioni? Se ne dovessimo fare la protagonista di una fiction, che personaggio sarebbe?

Lo so, se fosse stata un uomo, non mi sarei fatta tutte queste domande. Il potere per il potere sarebbe sembrata una ragione più che sufficiente. Forse lo è anche per lei.

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