Stop al turismo dell´orrore. Avetrana si ribella al nuovo esodo annunciato per oggi nella cittadina del Salento, dopo l'invasione di domenica scorsa. Addirittura si ha notizia di carovane di curiosi pronti a muoversi con bus gran turismo, in partenza dalla Basilicata, dalla Calabria e da Ancona. Tutti vogliono vedere i luoghi della tragedia di Sarah Scazzi. [Repubblica.it]
Sulla Gazzetta del Mezzogiorno, del resto, come - credo - anche su altri giornali, è possibile trovare mappe dei "luoghi di Sarah", mentre recentemente Bruno Vespa ha portato in studio l'immancabile plastico che serve a ricostruire e dissezionare luoghi e minuti.
Il fatto che tutto ciò accada per i casi che hanno avuto più risonanza sui media induce a pensare che la responsabile sia la tv. A mio avviso, questo è vero per certi versi, ma non spiega tutto.
Ma date una occhiata ai siti che promuovono questi tours, e pensate che in quei luoghi sono state veramente uccise e squartate diverse donne. I primi tre che si trovano su Google cercando "Ripper Tour" sono: www.jack-the-ripper-tour.com, www.jack-the-ripper-walk.co.uk, www.jack-the-ripper-tours.com. Si devono essere squartati l'un l'altro per il nome a dominio.
Non c'è dubbio che si tratti comunque di un caso completamente diverso: i "protagonisti" della vicenda di Avetrana sono ancora presenti nei luoghi fotografati, indicati, scrutati.
Eppure, cercando sul Web tracce di crime tours organizzati, mi sono imbattuta nella Esotouric Tours, che organizza visite guidate sui luoghi dei delitti storici di Los Angeles. Mi ha stupito constatare come questi tours siano iniziati nel 1947 con il Crime Bus, un pullman che portava turisti e curiosi sui luoghi dell'omicidio di Elizabeth Short, meglio nota come Black Dahlia, e di un'altra dozzina di donne uccisein quello stesso anno (golosangeles.about.com).
In quello stesso anno! Quindi, nel 1947 il clamore suscitato da radio e giornali della domenica era più che sufficienti ad indurre non solo la gente a visitare le crime scenes, ma persino a convincere una agenzia ad organizzare pullman dedicati. E lo stesso accadeva già - non dimentichiamolo - per le grandi cause in tribunale, sin dall'Ottocento.
Questo non vale certo come dimostrazione, ma come esempio per dire che, prima di tutto, è la storia ad attirare i curiosi (o i turisti), l'aria di delitto irrisolto e di mistero che circonda alcuni di questi delitti.
The Ripper non è mai stato identificato, così come l'assassino della Short; il delitto di Cogne ha lasciato in tutti una sensazione di irrisolto (almeno sul piano narrativo), così come - temo - è destinato a finire il caso di Avetrana. Tragedie senza catarsi, insomma.
Non per niente i curiosi tendono spesso ad identificarsi con i detective. Ad Avetrana, una curiosa ha dichiarato al telegiornale: "Volevo vedere se c'era qualche particolare che magari era sfuggito". Ma ci si può identificare anche con le vittime. O persino con gli assassini, che non di rado in carcere pare ricevano lettere dai loro "fans".
Né è solo il noir che attira. Esotouric Tour offre un catalogo assai vario, che spazia dai crimini veri a quelli finti, dai tour sui luoghi del rock'n'roll, a quelli di Tom Waits o di Bukowski.
Perché la storia, ancorché non tragica, deve sempre essere straordinaria, cioè extra-ordinaria. E la straordinarietà racchiude in sé e per sé qualcosa di misterioso, proprio in quanto produce la messa in questione dell'ordinarietà, suscitando interrogativi non necessariamente inquietanti, ma senz'altro nuovi.
La morte è un evento allo stesso tempo straordinario, misterioso, e nel quale possiamo identificarci tutti. La morte violenta, poi, è ancora più straordinaria, ed ancora più misteriosa: non solo in quanto c'è un giallo da risolvere, ma soprattutto perché solleva dubbi sulle "vite ordinarie", il dubbio cioè che chiunque - all'interno di una vita apparentemente banale - potrebbe diventare vittima o carnefice.
Ecco quindi che le persone - in particolare quelle più semplici e meno acculturate - vanno candidamente a "curiosare". Dico "candidamente" non per dire che siano stupidi, ma per sottolineare il fatto che questo tipo di curiosità, sebbene ineducata e quasi sempre inopportuna, non ha necessariamente contorni morbosi.
Se fosse stata strangolata e nascosta per 40 giorni in un pozzo la vostra vicina di casa, non vi affaccereste neanche sul pianerottolo? Non andreste al funerale? E se invece della dirimpettaia, fosse capitato a qualcuno che abitava nella strada accanto? o nel quartiere vicino?
La domanda è: Quanto deve essere vicino un fatto, per riguardarci? Nella società contemporanea, i media ed i mezzi di trasporto hanno profondamente modificato il senso di vicinanza / lontananza. Non conosciamo magari il nome del vicino di casa, e ce ne andiamo ad Avetrana "per essere vicini a quella povera mamma".
Ciò che resta profondamente radicato nella natura umana, però, è il desiderio di vedere le cose con i propri occhi, di prendere contatto diretto con quello che - per un motivo o per un altro - ha provocato forti emozioni, positive o negative. La gente potrebbe persino voler impararare qualcosa dalle esperienze straordinarie altrui, capire cosa succeda in questi casi (vedi anche il post Pettegolezzi, chiacchiere, rumors).
E, poiché tutti possono permettersi di salire su un'auto o su un treno o persino su un aereo, il risultato è che alcuni luoghi si riempiono di gitanti e turisti esperienziali, come sono stati definiti.
Certamente, le immagini e i media avvicinano fatti e luoghi lontani alla vita di ciascuno di noi, e creano nuovi luoghi dell'immaginario, quali i teatri di avventure, fiction, films. Si parla "Media pilgrimage" per indicare i pellegrinaggi dei fans sui luoghi di cantanti, attori, serie televisive e film. Talvolta esistono precise strategie di marketing territoriale dietro la scelta delle location.
Stijn Reijnders, che ha recentemente pubblicato un articolo dal titolo «Places of the Imagination. An Ethnography of the TV Detective Tour» (vedi: articolo; comunicazione; intervista alla BBC), sulla base di una serie di interviste condotte a questo tipo di turisti, arriva a concludere che questi "pellegrinaggi" - mettendo in contatto gli "spettatori" con i luoghi "veri" - aiutano a definire i confini del reale e dell'immaginario.
Nel turismo esperienziale, infatti, l'immaginario gioca un ruolo fondamentale (vedi "Lo sguardo del turista" di John Urry). E fondamentale diventa dunque il ruolo delle immagini. Su questo, la televisione non ha concorrenti: non solo le dirette infinite, ma anche - nel caso di Avetrana come in quello di Cogne - le immagini da rileggere "a posteriori": alla luce dei nuovi avvenimenti, le dichiarazioni rese ... con il senno del poi, le lacrime ... e così via.
Rimuginiamo e fantastichiamo sui luoghi e sulle persone, e, visto che queste ultime non sono avvicinabili, ci disponiamo ad andare a vedere con i nostri occhi i luoghi del nostro immaginario.
Qui è stata tenuta prigionera Maria Stuarda, lì andava a bere Tom Waits, quello è il commissariato di Maigret (se avete la vista buona, visitate http://signoramaigret.altervista.org/luoghi.html), qui è stata sepolta per 42 giorni Sarah Scazzi.
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